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sabato, dicembre 03, 2005

Dakosaurus Ardiniensis

leggete un po' l'articolo!
il fossile è stato battezzato Godzilla per la somiglianza col famoso mostrolone giapponese....ma le dimensioni del fossile fanno davvero paura!



Buenos Aires (Argentina) – Dagli abissi dell'Oceano riemerge una creatura mostruosa: un rettile di quattro metri di lunghezza con una fila di cinquantadue denti affilati come lame di rasoi, che lo rendono un predatore spietato. Non si tratta della trama di un film dell'orrore, ma di uno straordinario esemplare di fossile scoperto nel 1996 da un'equipe di paleontologi argentini, guidati dalla scienziata di origini italiane Zulma Gasparini, nella prateria di Tril, presso la località di Chos Malal, nella provincia di Neuquén, e che, dopo un minuzioso lavoro di ricostruzione, si è guadagnato l'articolo di copertina del numero di dicembre del National Geographic.

Secondo le ricerche compiute da Zulma Gasparini e dai sui collaboratori, Luis Spalletti e Diego Pol, il fossile andrebbe attribuito ad una creatura vissuta all'incirca 135 milioni di anni fa. Una mostro marino con fauci da dinosauro e coda simile a quella di uno squalo, che i ricercatori hanno battezzato Dakosaurus Andiniensis .

"Si tratta di una creatura che si collocava in cima alla catena alimentare: un predatore di prima classe che si nutriva di qualsiasi cosa trovasse lungo la sua strada , compresi dinosauri marini fino a sette metri di lunghezza e altri coccodrilli preistorici" ha spiegato la Gasparini al quotidiano argentino "La Nacion", definendo scherzosamente l'enorme coccodrillo "il cattivo ragazzo dei mari". "Alcuni anni fa – ricorda la ricercatrice italo-argentina, docente di paleontologia dei vertebrati presso la la Facultad de Ciencias Naturales de la Universidad de La Plata – osservando alcune collezioni di fossili conservate al Museo de San Rafael de Mendoza, mi imbattei nel frammento del muso di un coccodrillo marino che mi apparve stranissimo: aveva pochi denti e una struttura cranica diversa dall'idea che abbiamo dei coccodrilli marini del giurassico" .

"I coccodrilli dell'epoca giurassica - conferma Diego Pol, uno degli scienziati che ha contribuito alla ricostruzione del Dakasauro dal laboratorio dell'Università dell'Ohio, negli Stati Uniti, dove sta completando un post- dottorato – erano caratterizzati da un muso dalla forma tubulare, con numerosi e piccoli denti di cui si servivano per cibarsi di piccoli pesci".

Nel 1995 la Gasparini pubblicò una breve descrizione del nuovo coccodrillo giurassico; all'epoca le prime osservazioni scientifiche sul Dakosaurus Andiniensis passarono inosservate. Negli ambienti della ricerca tuttavia, qualcuno aveva letto l'articolo e l'anno successivo, i tecnici del Museo Olsacher de Zapala chiamarono la scienziata di origini italiane per sottoporre alle dall'oceanosue indagini il fossile di un cranio appena rinvenuto nella Pampa de Tril. "Il fossile era coperto in tal modo dalla roccia che era impossibile da identificare –spiega la Gasparini – tuttavia avevo il sospetto che esso avesse qualcosa a che vedere con l'altro coccodrillo, e la ricerca vera e propria ha avuto inizio".

Il processo di pulizia del fossile, preliminare allo studio, è durato tre anni, conduce a un risultato sorprendente. Il fossile aveva l'aspetto di un dinosauro, al punto che, durante il periodo successivo in cui Gasparini, Spalletti e Pol cercavano di risalire alla reale natura del grosso coccodrillo, molto paleontologi suggerirono la possibilità che potesse trattarsi semplicemente di un dinosauro.

"Il Dakosauro – sottolinea Diego Pol – possedeva una dentatura simile a quella dei grandi dinosauri, come il tirannosauro, con denti della lunghezza compresa tra i 5 e i 10 centimetri con capaci di tagliare e sgranare la preda". Ma nonostante le apparenze rimane un coccodrillo, sebbene si tratti di un coccodrillo mai incontrato prima in paleontologia. "Il Dakosauro cambia radicalmente la nostra idea in merito a come fossero i coccodrilli marini del giurassico – segnala Pol – perché dimostra come questo tipo rettile occupassero non solo il ruolo di piccolo predatore, come si è sempre creduto, ma anche di grande predatore, alla stregua dei dinosauri carnivori più voraci".

Sebbene non si conosca ancora la distribuzione geografica che il Dakosauro possa aver avuto durante l'era giurassica, non vi sono dubbi sul fatto che il rettile abitava le acque che bagnavano un golfo del diametro di 12 mila chilometri e le cui coste corrispondevano a quello che è oggi la parte nord-orientale della Patagonia argentina; all'epoca la catena delle Ande non si era ancora elevata, e l'attuale territorio del Cile era interamente ricoperto dell'oceano.

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