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mercoledì, dicembre 07, 2005

Jeeg Robot di DI Paolo STAmeglio

Volevo solo andare a leggere la mia posta, e cosa ti trovo? un link alle leggende metropolitane che mi hanno fatto crescere e tutt'ora annovero tra le mie 'certezze della vita'.
Essendo, una di loro, stata chiamata in causa su queste pagine, riporto il testo integrale.
Mentre leggete io starò cercando altre certezze a cui appendere la mia inutile esistenza....


Ps il link al video funziona.


'Tony, Tonio e Pelù e la leggenda non c’è più

Sono sicuro di iscrivermi ad un partito affollato dichiarandomi particolarmente affascinato dalle leggende metropolitane, quelle storie infondante che provengono da chissà dove e passano di bocca in bocca senza che nessuno si sogni di metterne in dubbio l’autenticità nè di verificare le fonti.
Si va dalle leggende diventate ormai “da manuale", immortalate in libri e canzoni, come quella dell’autostoppista misterioso che immancabilmente si scopre essere un uomo (o una donna) che ha perso la vita su quella stessa strada tanti anni prima, a tutti gli aneddoti (dal cane che invece era un topo alla tipa che te la dà ma poi la mattina ti svegli da solo e trovi la scritta sullo specchio “benvenuto nell’aids") raccolti da Elio e le storie tese nella splendida “Mio cuggino“.
Spesso le leggende metropolitane vivono perchè parlano di persone non meglio identificate e luoghi non meglio precisati, allora diventa facile crederci, anzi può essere imbarazzante sostenere il contrario. Ve lo dico per esperienza personale, visto che dopo aver letto un libro che ne cataloga un bel po’ (Leggende metropolitane, appunto) ho provato un paio di volte a spiegare a chi le raccontava premettendo “mi ha detto una mia amica che ad una sua amica è successo…” che in realtà quella era la derivazione di una storiella che girava uguale uguale uguale in America dagli anni 50, ma ho raccolto sguardi truci e scetticismo ("che, stai dicendo che l’amica mia racconta balle?").
Storia diversa sono le leggende metropolitane che coinvolgono personaggi più o meno famosi. Lì dovrebbe essere più facile stabilire cosa è vero e cosa è falso, ciò nonostante ne girano di meravigliose: come la storia che il codice riportato sul retro di Thriller (un disco di Micheal Jackson che ha venduto una quarantina di milioni di copie) fosse in realtà il numero di telefono dello stesso cantante (pensate a quel povero cristo che aveva effettivamente quel numero) o la caterva di prove raccolte nel corso degli anni come dimostrazione del fatto che Paul McCartney sarebbe morto nel 1965 (in quel caso complimenti al sosia che l’ha sostituito, visto il suo contributo alla discografia mondiale da Revolver in poi).
Ma perchè, vi chiederete voi, vi sto parlando di leggende metropolitane? Beh, è semplice: perchè da questo blog ne vedo passare parecchie. Alcune sono palesemente impossibili e destinate ad avere scarsa fortuna: ad esempio qualcuno è passato da qui riportando una voce secondo la quale Cristina D’Avena sarebbe in realtà un trans. Nel caso sarebbe uno dei trans più precoci della storia, visto che a tre anni e mezzo partecipò (come bambina) allo Zecchino D’oro.
Altre sembrano avere maggior successo: abbiamo già parlato della presunta morte dello Chef Tony. Una leggenda metropolitana in piena regola (sempre sperando che non sia vera). Infatti lo Chef è noto, ma non è così al centro delle cronache e dello starsystem da permettere a qualcuno di provare che sia tutt’ora in vita. Noi riteniamo sia vivo, ma finora non si è visto nessuno in grado di fornire una singola prova, il che dà adito a chiunque voglia andare in giro a diffondere ulteriormente la storia della sua morte.
Ma la facilità nel reperire prove non è sufficiente a fermare una leggenda metropolitana: sono arrivate qui diverse persone alla ricerca di notizie sulla morte (per overdose, guardate che quando ci si mettono sono dei geni) dell’attore che interpretava Tonio Cartonio, star delle prime edizioni del programma per bambini La melevisione.
Bene, io ci ho messo due minuti a trovare un link che smentisce tutto. Noto però che la voce gira ancora e con una certa forza. L'’utilizzo di google è ancora così limitato?
Da questo punto di vista è semplicemente esemplare il caso di Piero Pelù, che secondo molti sarebbe l’interprete della sigla del cartoon Jeeg Robot d’acciaio. La leggenda si sarebbe potuta considerare ufficialmente smentita (forse con mai accaduto prima) già da qualche anno, quando, in prima serata e su Italia Uno, il vero cantante di quella sigla si è esibito dal vivo durante il programma Macchemù.
Eppure la voce ha continuato a girare, tant’è vero che lo stesso Pelù l’ha dovuta smentire in una delle ultime puntate de Le Iene.
Nel caso vi capitasse qualcuno che ancora lo sostiene, potrete facilmente smontarlo dicendogli “l’ha detto lui in televisione” e, se lui fa ancora lo scettico, gli potete anche dare il link al video.
Siete fortunati, non succede quasi mai.'


Paolo Stameglio.

2 Comments:

At 8 dicembre 2005 alle ore 03:35, Blogger ☆♥ Laura Spianelli ♥☆ said...

hola killer!
...scusa l'intromissione in un tuo post, (se ti fa schifo cancella pure le mie modifiche) ma in questo modo si capisce che l'intervento non è mio;)

mi hai battuto sul tempo!eheheheh!

la

 
At 8 dicembre 2005 alle ore 12:53, Blogger ☆♥ Laura Spianelli ♥☆ said...

ciao Killer
....ma che hai visto passare per scappare via così?
aspetto la tua e-mail...e intanto
ciao!

la

 

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